Login

Lost your password?
Don't have an account? Sign Up

Gabriella Saracino: l’amore di Gaia per i bambini guiderà la nostra azione

“Ci sono il cuore, l’anima e gli occhi sorridenti e pieni di vita di mia figlia in quest’associazione che sta muovendo i primi passi nel suo ricordo”. Gabriella Saracino è la madre di Gaia von Freyman, la ragazza di 16 anni che, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre del 2019, è stata investita e uccisa da un’auto a Roma, in Corso Francia, insieme alla sua amica del cuore Camilla Romagnoli. Gabriella ha fondato, di recente, l’Associazione “Giovani andiamo incontro all’Amore von Freymann Saracino” (in breve “G.A.I.A. von Freymann Saracino). Al suo fianco, come VicePresidente, c’è Giorgio Meneschincheri, docente universitario e promotore di “Tennis & Friends”, uno tra i più importanti eventi sociali nell’ambito della prevenzione in Italia. Tra i soci fondatori anche Maria Luisa Calzolai e Maria Grazia Nazzicone, rispettivamente Segretario e Tesoriera dell’Associazione. “Gaia amava i bambini – racconta la madre – aveva un animo gentile e sensibile. La sua naturale propensione verso gli altri ci guiderà in questo nuovo impegno”.

Quali sono le prime iniziative che, come Associazione, immaginate di mettere in campo?

L’emergenza Covid è, come facilmente intuibile, molto condizionante. Per gli eventi, i progetti sociali e le tante iniziative benefiche che abbiamo immaginato e inserito nel nostro statuto ci sarà ancora da attendere, ma siamo comunque in campo, animati da grande passione. In questi primi mesi di attività abbiamo incontrato tanta gente e iniziato a tessere rapporti e relazioni per lavorare di concerto su obiettivi di interesse comune. L’attenzione che abbiamo registrato ci ha scaldato il cuore: sono convita che, tutti insieme, faremo grandi cose sui temi della prevenzione e della sicurezza stradale, ma anche in altri ambiti sociali. L’oggetto del nostro statuto è volutamente ampio, proprio per non precluderci nessun ambito di azione.

La sicurezza stradale è un settore nel quale è impegnata ogni giorno con il suo lavoro in Aci.

Sì, ed è un impegno che porterò avanti anche con la nostra Associazione. La morte di Gaia e Camilla mi ha fatto capire, ancora una volta, che bisogna sensibilizzare i giovani sui rischi che si corrono in strada, ma anche le loro famiglie. Serve maggiore attenzione per evitare che ragazzi, in stato di alterazione, si mettano alla guida di un’auto. Solo se ognuno farà la sua parte fino in fondo si potranno evitare altre tragedie. Vogliamo fare rete con le scuole, le famiglie, le istituzioni e tutti i protagonisti della società civile. La nostra Associazione nasce anche con l’obiettivo di dare vita e alimentare una rete di solidarietà e impegno civile: quella della sicurezza è una sfida che si vince tutti insieme.

Avete individuate altre priorità, altri fronti sui quali agire in questi primi mesi di attività?

Mia figlia amava molto i bambini e, nonostante la giovane età, era molto proiettata sui più piccoli, soprattutto su chi viveva situazioni complesse, difficili. L’attenzione verso gli orfani del femminicidio, i cosiddetti bambini invisibili, sarà sicuramente uno dei nostri primi obiettivi. E’ un impegno che condividevo già con Gaia. In Italia ci sono circa 2700 bambini che vivono situazioni di questo tipo. Parliamo di bambini che si ritrovano senza madre e senza padre, la prima persa per sempre, il secondo in carcere a scontare la pena o morto suicida. Gli orfani del femminicidio perdono dunque l’intero ambiente familiare e spesso non possono neanche recuperare le loro cose. Sono costretti ad abbandonare gli amici, le loro abitudini, la scuola fino ad allora frequentata e la città di appartenenza.

Come immaginate di aiutare questi bambini?

E’ un impegno importante che condividiamo con l’Associazione Edela, l’unica realtà di questo genere in Italia. La sua presidente, Roberta Beolchi, mia carissima amica, opera in stretta sinergia con un team di eccellenti professionisti specializzati. Edela affronta con grande determinazione tutti i temi che coinvolgono questi bambini, come la loro futura educazione, l’affettività e le pesanti conseguenze psicologiche dopo la separazione violenta dalla madre uccisa dal loro padre.

Qual è il destino di questi bambini?

Spesso sono molto piccoli: per loro il Tribunale dispone l’adozione o l’affidamento a terze famiglie. Di fatto sono senza diritti e si ritrovano di fronte ad un futuro rovinato. Come G.A.I.A metteremo, ad esempio, in campo una serie di iniziative di raccolta fondi per creare borse di studio, sostenere psicologicamente questi bambini che devono essere aiutati a costruirsi un futuro.

Non ci sono leggi a loro sostegno?

In verità ci sarebbero anche dei fondi ma, come spesso avviene in Italia, sono di fatto inaccessibili. Ecco perché contiamo anche di sensibilizzare la politica, chiamata a fare uno scatto in avanti, a prendere impegni concreti verso questi orfani. Non è accettabile che siano abbandonati al proprio destino.

Gaia amava molto i bambini.

Sì, il suo amore per i più piccoli guiderà la nostra azione. Cinque giorni prima di morire, nel suo ultimo tema, si vedeva e si raccontava nonna a 77 anni. C’erano sempre i bambini nei suoi occhi e nei suoi sogni e, forse, anche una famiglia normale, come non lo era la nostra. Suo padre, sempre molto attivo, è costretto ormai da anni su una sedia a rotelle in seguito ad un terribile incidente stradale. Un trauma che Gaia aveva superato a fatica.

Cosa avrebbe voluto fare da grande?

La psicoterapeuta per bambini. Sì, erano sempre nei suoi pensieri. La sua vita la vedeva con loro, come madre, come nonna, come aveva scritto nel suo ultimo tema, e anche nel lavoro. I bambini le trasmettevano gioia e allegria, la stessa che aveva nei suoi occhi, nei suoi sorrisi dolci e accoglienti. Gaia di nome e di fatto, come mi piaceva ripeterle.